

Collaborare oltre i Confini Aziendali
Un workshop ha unito aziende diverse su obiettivi operativi condivisi e attivato una collaborazione solida.
2023
Capire
Scegliere
Sfida
Quando gli attori di una filiera iniziano a parlare la stessa lingua, nascono soluzioni che funzionano davvero. Questo progetto ha mostrato come sia possibile creare una visione comune partendo da bisogni operativi complessi.
Nel settore della ristorazione professionale, la sfida era integrare nuove tecnologie in ambienti ad alta produttività, favorendo la collaborazione tra aziende con ruoli, culture e priorità molto diverse.
L’innovazione nel food service richiede una forte collaborazione tra chi sviluppa tecnologia, chi produce le attrezzature e chi lavora quotidianamente in cucina. Ma trasformare questa necessità in un progetto concreto è tutt’altro che banale. In questo caso, sono stato coinvolto per facilitare la collaborazione tra un produttore industriale, un fornitore di tecnologia avanzata e due grandi operatori europei del settore ristorazione. L’obiettivo era ambizioso: costruire un terreno comune e sviluppare insieme un concept di automazione capace di rispondere ai reali bisogni operativi, generando valore per tutti i soggetti coinvolti.

Problema
Obiettivi divergenti, complessità operative e mancanza di un linguaggio condiviso minacciavano il successo della collaborazione.
Ogni attore portava in campo esigenze specifiche: visioni strategiche non allineate, ritmi decisionali differenti, bisogni operativi molto concreti e poco compatibili con le logiche della tecnologia. I grandi operatori del food service lavorano con volumi elevati, staff ridotti e processi rigidi. I produttori puntano all’affidabilità, mentre i fornitori tecnologici cercano spazi per sperimentare. Senza un processo strutturato di ascolto e mediazione, il rischio era quello di parlare lingue diverse e perdere tempo in fraintendimenti. La vera sfida era creare un ponte tra questi mondi, trasformando aspettative divergenti in un progetto comune.


Approccio
Partire dalle persone e dalle motivazioni, non solo dai ruoli.
Abbiamo iniziato mappando le competenze, le aspettative e le motivazioni di ogni partner coinvolto. Questo ha permesso di creare le premesse per una collaborazione autentica. In parallelo, abbiamo coinvolto direttamente alcuni tra i più importanti clienti europei B2B del settore, per raccogliere insight operativi rappresentativi. Questo ha assicurato che ogni decisione fosse ancorata a problemi reali e non a ipotesi astratte.
Far emergere i problemi veri, insieme a chi li vive ogni giorno.
Abbiamo facilitato due workshop distinti tra i partner industriali e due grandi clienti europei. Ogni sessione ha seguito lo stesso format:
Costruzione di Personas e Journey Map per comprendere i processi reali e individuare i punti critici
Sessioni di ideazione con Crazy 8 e valutazione con Speed Critique
Confronti aperti su come e dove integrare soluzioni di automazione
Questi momenti di co-creazione hanno permesso di generare idee rilevanti, confrontare scenari operativi diversi e validare i bisogni in modo trasversale. I due clienti coinvolti rappresentavano una quota significativa del mercato, garantendo impatto e rappresentatività.
Dal concept condiviso alla visione industriale: il patto si stringe.
Conclusi i workshop, abbiamo organizzato una sessione dedicata tra il produttore e il fornitore tecnologico. L’obiettivo era duplice: affinare il concept sulla base degli insight raccolti e definire un possibile modello di collaborazione industriale. Questo passaggio ha permesso di chiarire ruoli, responsabilità, aspettative e roadmap. Ma soprattutto, ha consolidato la fiducia tra le parti, gettando le basi per una partnership strategica sostenibile e orientata al lungo termine.

Risultati
Un progetto condiviso, un linguaggio comune, e relazioni rafforzate lungo tutta la filiera.
Il progetto ha prodotto risultati significativi su più livelli:
Un dialogo strutturato tra attori diversi, che ha permesso di superare barriere culturali e operative
Insight concreti dal mercato, grazie al coinvolgimento diretto di operatori reali
Un concept di automazione condiviso, centrato su bisogni reali e pronto per essere sviluppato
Relazioni rafforzate nella filie
ra, con maggiore fiducia e disponibilità alla collaborazione futura
Oltre agli output tangibili, il processo ha creato un precedente virtuoso: un metodo per affrontare la complessità in modo collaborativo e orientato al risultato.

Conclusioni
Facilitare la co-creazione tra partner diversi è possibile, se si parte dai bisogni reali e si costruisce un processo che favorisce fiducia, ascolto e visione condivisa. È così che si trasforma la complessità in impatto concreto.
Potrebbe interessarti
Dubbi prima di partire?
01
Con che tipo di aziende lavori?
02
Posso contattarti anche solo per un confronto iniziale?
03
In che situazioni intervieni di solito?
04
Che ruolo hai nei progetti?
05
Usi un metodo fisso o ti adatti al contesto?
06
Quanto dura un progetto tipo?
07
Cosa ottengono i team che lavorano con te?
08
Cosa ti differenzia da altri consulenti o facilitatori?


Collaborare oltre i Confini Aziendali
Un workshop ha unito aziende diverse su obiettivi operativi condivisi e attivato una collaborazione solida.
2023
Capire
Scegliere
Sfida
Quando gli attori di una filiera iniziano a parlare la stessa lingua, nascono soluzioni che funzionano davvero. Questo progetto ha mostrato come sia possibile creare una visione comune partendo da bisogni operativi complessi.
Nel settore della ristorazione professionale, la sfida era integrare nuove tecnologie in ambienti ad alta produttività, favorendo la collaborazione tra aziende con ruoli, culture e priorità molto diverse.
L’innovazione nel food service richiede una forte collaborazione tra chi sviluppa tecnologia, chi produce le attrezzature e chi lavora quotidianamente in cucina. Ma trasformare questa necessità in un progetto concreto è tutt’altro che banale. In questo caso, sono stato coinvolto per facilitare la collaborazione tra un produttore industriale, un fornitore di tecnologia avanzata e due grandi operatori europei del settore ristorazione. L’obiettivo era ambizioso: costruire un terreno comune e sviluppare insieme un concept di automazione capace di rispondere ai reali bisogni operativi, generando valore per tutti i soggetti coinvolti.

Problema
Obiettivi divergenti, complessità operative e mancanza di un linguaggio condiviso minacciavano il successo della collaborazione.
Ogni attore portava in campo esigenze specifiche: visioni strategiche non allineate, ritmi decisionali differenti, bisogni operativi molto concreti e poco compatibili con le logiche della tecnologia. I grandi operatori del food service lavorano con volumi elevati, staff ridotti e processi rigidi. I produttori puntano all’affidabilità, mentre i fornitori tecnologici cercano spazi per sperimentare. Senza un processo strutturato di ascolto e mediazione, il rischio era quello di parlare lingue diverse e perdere tempo in fraintendimenti. La vera sfida era creare un ponte tra questi mondi, trasformando aspettative divergenti in un progetto comune.


Approccio
Partire dalle persone e dalle motivazioni, non solo dai ruoli.
Abbiamo iniziato mappando le competenze, le aspettative e le motivazioni di ogni partner coinvolto. Questo ha permesso di creare le premesse per una collaborazione autentica. In parallelo, abbiamo coinvolto direttamente alcuni tra i più importanti clienti europei B2B del settore, per raccogliere insight operativi rappresentativi. Questo ha assicurato che ogni decisione fosse ancorata a problemi reali e non a ipotesi astratte.
Far emergere i problemi veri, insieme a chi li vive ogni giorno.
Abbiamo facilitato due workshop distinti tra i partner industriali e due grandi clienti europei. Ogni sessione ha seguito lo stesso format:
Costruzione di Personas e Journey Map per comprendere i processi reali e individuare i punti critici
Sessioni di ideazione con Crazy 8 e valutazione con Speed Critique
Confronti aperti su come e dove integrare soluzioni di automazione
Questi momenti di co-creazione hanno permesso di generare idee rilevanti, confrontare scenari operativi diversi e validare i bisogni in modo trasversale. I due clienti coinvolti rappresentavano una quota significativa del mercato, garantendo impatto e rappresentatività.
Dal concept condiviso alla visione industriale: il patto si stringe.
Conclusi i workshop, abbiamo organizzato una sessione dedicata tra il produttore e il fornitore tecnologico. L’obiettivo era duplice: affinare il concept sulla base degli insight raccolti e definire un possibile modello di collaborazione industriale. Questo passaggio ha permesso di chiarire ruoli, responsabilità, aspettative e roadmap. Ma soprattutto, ha consolidato la fiducia tra le parti, gettando le basi per una partnership strategica sostenibile e orientata al lungo termine.

Risultati
Un progetto condiviso, un linguaggio comune, e relazioni rafforzate lungo tutta la filiera.
Il progetto ha prodotto risultati significativi su più livelli:
Un dialogo strutturato tra attori diversi, che ha permesso di superare barriere culturali e operative
Insight concreti dal mercato, grazie al coinvolgimento diretto di operatori reali
Un concept di automazione condiviso, centrato su bisogni reali e pronto per essere sviluppato
Relazioni rafforzate nella filie
ra, con maggiore fiducia e disponibilità alla collaborazione futura
Oltre agli output tangibili, il processo ha creato un precedente virtuoso: un metodo per affrontare la complessità in modo collaborativo e orientato al risultato.

Conclusioni
Facilitare la co-creazione tra partner diversi è possibile, se si parte dai bisogni reali e si costruisce un processo che favorisce fiducia, ascolto e visione condivisa. È così che si trasforma la complessità in impatto concreto.
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05
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06
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07
Cosa ottengono i team che lavorano con te?
08
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Collaborare oltre i Confini Aziendali
Un workshop ha unito aziende diverse su obiettivi operativi condivisi e attivato una collaborazione solida.
2023
Capire
Scegliere
Sfida
Quando gli attori di una filiera iniziano a parlare la stessa lingua, nascono soluzioni che funzionano davvero. Questo progetto ha mostrato come sia possibile creare una visione comune partendo da bisogni operativi complessi.
Nel settore della ristorazione professionale, la sfida era integrare nuove tecnologie in ambienti ad alta produttività, favorendo la collaborazione tra aziende con ruoli, culture e priorità molto diverse.
L’innovazione nel food service richiede una forte collaborazione tra chi sviluppa tecnologia, chi produce le attrezzature e chi lavora quotidianamente in cucina. Ma trasformare questa necessità in un progetto concreto è tutt’altro che banale. In questo caso, sono stato coinvolto per facilitare la collaborazione tra un produttore industriale, un fornitore di tecnologia avanzata e due grandi operatori europei del settore ristorazione. L’obiettivo era ambizioso: costruire un terreno comune e sviluppare insieme un concept di automazione capace di rispondere ai reali bisogni operativi, generando valore per tutti i soggetti coinvolti.

Problema
Obiettivi divergenti, complessità operative e mancanza di un linguaggio condiviso minacciavano il successo della collaborazione.
Ogni attore portava in campo esigenze specifiche: visioni strategiche non allineate, ritmi decisionali differenti, bisogni operativi molto concreti e poco compatibili con le logiche della tecnologia. I grandi operatori del food service lavorano con volumi elevati, staff ridotti e processi rigidi. I produttori puntano all’affidabilità, mentre i fornitori tecnologici cercano spazi per sperimentare. Senza un processo strutturato di ascolto e mediazione, il rischio era quello di parlare lingue diverse e perdere tempo in fraintendimenti. La vera sfida era creare un ponte tra questi mondi, trasformando aspettative divergenti in un progetto comune.


Approccio
Partire dalle persone e dalle motivazioni, non solo dai ruoli.
Abbiamo iniziato mappando le competenze, le aspettative e le motivazioni di ogni partner coinvolto. Questo ha permesso di creare le premesse per una collaborazione autentica. In parallelo, abbiamo coinvolto direttamente alcuni tra i più importanti clienti europei B2B del settore, per raccogliere insight operativi rappresentativi. Questo ha assicurato che ogni decisione fosse ancorata a problemi reali e non a ipotesi astratte.
Far emergere i problemi veri, insieme a chi li vive ogni giorno.
Abbiamo facilitato due workshop distinti tra i partner industriali e due grandi clienti europei. Ogni sessione ha seguito lo stesso format:
Costruzione di Personas e Journey Map per comprendere i processi reali e individuare i punti critici
Sessioni di ideazione con Crazy 8 e valutazione con Speed Critique
Confronti aperti su come e dove integrare soluzioni di automazione
Questi momenti di co-creazione hanno permesso di generare idee rilevanti, confrontare scenari operativi diversi e validare i bisogni in modo trasversale. I due clienti coinvolti rappresentavano una quota significativa del mercato, garantendo impatto e rappresentatività.
Dal concept condiviso alla visione industriale: il patto si stringe.
Conclusi i workshop, abbiamo organizzato una sessione dedicata tra il produttore e il fornitore tecnologico. L’obiettivo era duplice: affinare il concept sulla base degli insight raccolti e definire un possibile modello di collaborazione industriale. Questo passaggio ha permesso di chiarire ruoli, responsabilità, aspettative e roadmap. Ma soprattutto, ha consolidato la fiducia tra le parti, gettando le basi per una partnership strategica sostenibile e orientata al lungo termine.

Risultati
Un progetto condiviso, un linguaggio comune, e relazioni rafforzate lungo tutta la filiera.
Il progetto ha prodotto risultati significativi su più livelli:
Un dialogo strutturato tra attori diversi, che ha permesso di superare barriere culturali e operative
Insight concreti dal mercato, grazie al coinvolgimento diretto di operatori reali
Un concept di automazione condiviso, centrato su bisogni reali e pronto per essere sviluppato
Relazioni rafforzate nella filie
ra, con maggiore fiducia e disponibilità alla collaborazione futura
Oltre agli output tangibili, il processo ha creato un precedente virtuoso: un metodo per affrontare la complessità in modo collaborativo e orientato al risultato.

Conclusioni
Facilitare la co-creazione tra partner diversi è possibile, se si parte dai bisogni reali e si costruisce un processo che favorisce fiducia, ascolto e visione condivisa. È così che si trasforma la complessità in impatto concreto.
Potrebbe interessarti
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